Ed eccoci con il primo dei tanti OntheRoad che purtroppo vedranno protagonisti i nostri mezzi pubblici a Roma… argh… Non voglio qui entrare nel merito delle dispute su Atac o non Atac, scioperi e quant’altro, non è questo quel che mi interessa portare alla luce con questo articolo.
L’OntheRoad che vi racconto oggi è frutto di quanto mi è successo ieri, mentre aspettavo la navetta sostitutiva della metropolitana linea A, come molti di voi sapranno, ferma per i lavori di ricongiungimento con la linea C.
Così, in una giornata di caldo bestiale di quelle che la Roma agostana conosce bene, sono uscito dalla metro e mi sono incamminato verso la fermata delle navette lì adiacente. Prima di arrivarci però qualcosa ha attratto la mia attenzione… Non ci crederete, ma un autobus che aveva fatto fermata poco prima, aveva appena aperto le porte ed emesso il segnale acustico accompagnato dall’avviso sonoro della fermata. Cosa normalissima vi direte, specie se avete visto da vicino la realtà dei mezzi pubblici di praticamente tutte le metropoli europee.., peccato però che qui a Roma sia quasi un “evento” poter capire in autonomia linea e direzione del bus che si sta fermando.
Credevo quasi di aver avuto un miraggio, eppure tant’è. La percentuale dei mezzi pubblici dove l’avviso sonoro è attivo è tristemente bassa, bassissima qui a Roma. E ironia della sorte, l’autista del bus, una volta aperte le porte, che fa? Si mette a scherzare con altri dipendenti Atac lì presenti alla fermata, facendo loro notare proprio “quanto si sia evoluto”, avendo addirittura attivato il meccanismo di annuncio sonoro delle fermate, con tanto di scimmiottamento della voce sintetica all inclusive nel servizio offerto.
Ebbene, riusciamo a far diventare la cosa più normale del mondo, un evento sensazionale, del quale gli stessi autisti si stupiscono, ma ci rendiamo conto? In qualsiasi altra metropoli europea ci si stupirebbe e indignerebbe se un bus fosse sprovvisto dell’annuncio sonoro o altre tecnologie per assistere altre forme di disabilità, pensiamo alle pedane per persone in carrozzina, che qui spesso e volentieri non sono funzionanti.
Ma tanto che importa, a quanti mai potrà servire l’annuncio vocale sull’autobus? Sicuramente sarebbero di più quelli cui darebbe fastidio no? Vuoi mettere, ogni fermata diventerebbe un’interferenza nell’orecchio del disattento “smartphonista” di turno, poi che importa del disagio creato al cieco che per scendere dal bus si trova a dover chiedere a gente che il più delle volte ne sa meno di lui o che peggio ancora fornisce indicazioni sbagliate… Siamo nel Paese in cui il problema si deve avere a tutti i costi, tanto saranno i pochi interessati a doversela sbrigare. Basta, è ora di finirla con la mentalità rinunciataria e arrendevole che ci ha portato a fanalino di coda dell’Europa intera, dal punto di vista della mentalità prima ancora dei servizi offerti, se così possiamo chiamarli.
Adesso scusate, ma vado a scrivere a chi di dovere per segnalare il problema e vedere cosa si possa fare per risolverlo, l’idea chiusa nel cassetto serve a poco, figuriamoci una lamentela fine a sé stessa. Svegliamoci!
Ben detto qui la normalità è un evento ormai �
Purtroppo sì… Ma guai ad assuefarsi a questo schifo!
Penso che in Italia con tutti i nostri politici corrotti, menefreghisti stiamo andando alla deriva. Non riescono a risolvere nessun problema al di fuori delle loro priorità di casa. Che importa se i cittadini hanno dei disagi e intanto continuiamo imperterriti a pagare tasse anche superflue. Ciao Paolo questa è la realtà.
Ciao Katia, intanto benvenuta su colorsontheroad!! 🙂 Quel che dici è purtroppo vero, ma guai ad assuefarsi a questo schifo!!!
Purtroppo una delle più gravi malattie che sta divenendo ormai epidemica nel popolo italiano e’ l’assuefazione al male (in ogni sua forma)… Vi assistiamo nel nostro quotidiano!
Se ne avessi la possibilità di proporrei come politico ! Saresti senz’altro migliore della massa di inetti e inermi che ci governano !
😉
Purtroppo è più facile abituarsi alle cose che non vanno perché combatterle comporterebbe uno sforzo che non molti hanno voglia di fare… Ma bisogna lottare contro questa mentalità arrendevole che ci sta rendendo un Paese alla deriva totale