>E finalmente siamo qui, la tv di sottofondo, Dona acciambellata sotto le mie gambe e un ventilatore sparato su di noi a cercare di mitigare un po’ una calura insopportabile. Il citofono suona, il telefono squilla, tra le tante interruzioni riusciamo finalmente a posare le dita sulla tastiera del computer e dare il la a questa nuova avventura.
Non so se avventura sia il termine esatto per definire queste pagine (a proposito, non ti ho ancora ringraziato di essere qui, ma ci sarà tempo :), però so che l’entusiasmo non manca e nemmeno la voglia di tramutare un’idea che popola la mia complessa mente oramai da troppo tempo. E così ci siamo..
Perché colors On the Road?
Beh, chi può negarlo, siamo nel tempo degli hastag no? #OntheRoad suonava bene e non nego che mi abbia dato ispirazione per il titolo di questo spazio… Rifletteva piuttosto bene l’idea di rendere a parole un percorso, una strada ad ostacoli, tra difficoltà del quotidiano e la soddisfazione di superarla, una dopo l’altra. Ma il percorso OntheRoad che avevo in mente non poteva essere un normale percorso… Volevo rendere qualcosa che fosse vivo, luminoso, colorato per l’appunto… Qual percorso potrebbe mai essere più colorato di quello di un giovane non vedente?