Ci eravamo lasciati nell post precedente che vi avevo svelato il “segreto dei segreti”… Eh! Che te lo dico a fa’… Comunque sì, sono non vedente, questo credo lo abbia letto e capito oramai anche la tastiera del portatile che ospita le mie lunghe dita da pianista. Ah, una piccola nota, permettetemela… “Non vedente”, letto bene? Ecco, da oggi quando verrà il discorso, nessuno si offenderà se userò il brutal termine “cieco”, ebbene sì, sono cieco, dalla nascita perdipiù!
Alt, facciamo mente locale… So che a molti di voi staranno venendo dubbi su dubbi… Il primo scommettiamo che lo sfatiamo subito? “Come fai a scrivere al computer, a creare e gestire un sito internet, a girare dappertutto, a cucinare, a mangiare, a respirare?”… Ehm, misa che abbiamo dilungato un po’ troppo la lista, eppure, ironia a parte, vi garantisco che nel nostro dolce Paese funziona proprio così. Noi siamo talmente poco evoluti culturalmente parlando, che ancora crediamo che un cieco nasca per riscaldare il divano di casa o la seduta di qualche centralino… Diamo per scontato che un cieco non possa uscire, farsi una famiglia, avere un lavoro appagante, diventare un uomo di successo, perché no? Cucinare da solo, usare le mille tecnologie a disposizione di tutti in piena autonomia. Questi sono tutti aspetti che nel tempo affronteremo, uno dopo l’altro, sperando nel mio piccolo di far aprire gli occhi a qualche sventurato che abbia deciso di soffermarsi sulle mie pagine.
Ma perché questo titolo… Chiaramente vuol essere una provocazione, un cieco non vede, non può vedere, se non con l’uso di un perfetto coctail di tanti tanti tanti altri elementi che altro non fanno se non costruire una perfetta immagine di quel che ci circonda. Perfetta nei limiti ovviamente di quel che lo possa essere, ma per tutti, non solo per un cieco. Non mi piacciono gli stereotipi o le frasi culturalmente di basso livello stile “ti vedo col cuore”, cazzate….! ops, pardon! Chiunque può “vedere col cuore”, non c’entra nulla l’esser cieco o meno. La differenza sono i dettagli, l’attenzione che un cieco può porre verso l’ambiente circostante attraverso tutti gli altri sensi, sfruttandoli al massimo, non perché sia un genio, ma perché necessità fa virtù e se una cosa non posso vederla con gli occhi, non serve Einstein per capire che la andrò ad ascoltare, toccare con mani, percuotere, lanciare, assaggiare o annusare se possibile! Tatto, olfatto, gusto e udito entreranno all’opera come quattro attenti osservatori, ognuno riportando un dettagliato feedback al cervello, che da lì costruirà la sua immagine.
Ora, senza alcuna pretesa di scientificità di questa mia spiegazione, quel che vorrei render chiaro, è che i dettagli sono davvero la differenza e pensa un po’… Potenzialmente lo sarebbero per tutti… Quanti di voi potrebbero affermare senza poi specchiarsi e vedere Pinocchio in panciolle, di andare così tanto oltre ad una prima occhiata? L'”apparenza inganna” direbbero quelli bravi, beh, io penso sia esattamente così. Essendo cieco, l’apparenza, per come visivamente la si intende, chiaramente non esiste, ed ecco perché l’immagine sarà più ricca di dettagli, sfumature che sono arrivate a noi direttamente dai nostri quattro osservatori all’opera (tatto, gusto, olfatto e udito).
Me lo fate sfatare un altro mito? Non sento di più perché non vedo, no, no e poi no. Udito più allenato non significa udito migliore. Se tu vai in palestra e carichi un bilanciere con 100 kg e un’altra persona ne carica 20, chi avrà il pettorale più allenato secondo te? Ecco, questa è l’idea di fondo.
Tornando in topic, non ti vedo, si diceva no? Però ti ascolto, ti tocco, ti annuso, ti posso gustare e tutto questo so farlo perché sono parecchio allenato a farlo. Ancora convinto che non ti vedo?
Starei a scrivere qualche altra ora, ma Dona, più avanti conoscerete anche lei, mi reclama…. “Arrivo Dona!”
Ps a breve la prossima tappa, stay tuned